Leonida Tonelli
Leonida Tonelli era nato a Gallipoli (Lecce) da famiglia veneta il 19 aprile 1885; è morto a Pisa il 12 marzo 1946.
Studiò all'Università di Bologna avendo come maestri, fra gli altri, Cesare Arzelà e Salvatore Pincherle e vi si laureò nel 1907. Nel 1913 fu nominato professore di Analisi algebrica all'Università di Cagliari dove rimase un anno. Nel 1914 passò, per concorso, alla cattedra di Analisi infinitesimale all'Università di Parma che tenne fino al 1922 salvo la parentesi della guerra a cui partecipò volontariamente. Nel 1922 fu chiamato all'Università di Bologna; nel 1930 passò a Pisa, su invito di Giovanni Gentile che gli promise condizioni molto favorevoli nella fondata speranza che egli potesse, come effettivamente avvenne, risollevare le sorti di quella scuola matematica che, per alcuni anni, era stata la prima in Italia. E a Pisa egli restò, di fatto, sino alla morte, nonostante un trasferimento all'Università di Roma nel 1939-42, che restò sostanzialmente solo nominale. A Pisa Tonelli diede, fra l'altro, nuovo lustro agli Annali della Scuola Normale Superiore e formò vari, valorosi allievi. È sepolto, accanto a Ulisse Dini e a Luigi Bianchi, nel famoso Cimitero Monumentale della città.
Leonida Tonelli
Tonelli fu uno dei maggiori analisti italiani di questo secolo. Ha impresso la sua orma soprattutto nel Calcolo delle variazioni, con un utilizzo assai sofisticato dei cosiddetti "metodi diretti". I funzionali che in esso compaiono, nel cosiddetto "problema più semplice del Calcolo delle variazioni", pur non essendo in generale continui, sono però quasi sempre semicontinui e questo basta per assicurare l'esistenza del loro minimo o del loro massimo. Altri suoi importantissimi lavori riguardano le serie trigonometriche, specie quelle doppie, cui dedicò un grosso trattato. Si interessò molto di Analisi reale: è degli anni immediatamente successivi alla laurea il classico teorema (noto come "teorema di Fubini-Tonelli") relativo al calcolo di un integrale doppio mediate due successivi integrali semplici, seguito da poderosi studi altri studi sulla moderna Teoria dell'integrazione e della quadratura delle superfici in forma cartesiana.
Fu socio dell'Accademia dei Lincei - che nel 1927 gli aveva conferito il Premio Reale per la Matematica - e di varie altre Accademie, fra cui la Pontificia.
Necrologio: “Rend. Lincei”, (8) 4 (1948), pp. 594-619 (G. Sansone); “Riv. Univ. Parma”, 1 (1950), pp. 157-188 (A. Mambriani); «In Memoriam», vol. commem. a cura dell'Univ. di Pisa (1958).