Gottfried Leibniz
Gottfried Wilhelm von Leibniz, nato il 1 luglio 1646 a Lipsia, è stato uno dei principali matematici, filosofi e scienziati del XVII e XVIII secolo. Assieme a Newton - con il quale ebbe una nota e astiosa polemica in merito alla priorità dell'invenzione del calcolo infinitesimale - è considerato il fondatore della moderna Analisi infinitesimale. Si interessò anche di storia, politica e giustizia.
Dotato di una grande intelligenza (imparò il latino a soli 7 anni leggendo Tito Livio), a quindici entrò all'Università di Lipsia dove conseguì la laurea in Filosofia nel 1663 e tre anni dopo il dottorato in Legge. Nel 1673 presentò alla Royal Society di Londra il prototipo di una calcolatrice meccanica in grado di eseguire anche le moltiplicazioni e divisioni. La novità rispetto alle precedenti macchine da calcolo, quali la pascalina e la Schickard (quest'ultima peraltro rimasta ignorata per molto tempo), fu l'introduzione del traspositore che permetteva di memorizzare un numero per sommarlo ripetutamente. Per questa invenzione, Leibniz fu ammesso alla Royal Society. Nel 1675 Leibniz, nei suoi appunti, utilizzò per la prima volta quello che sarebbe poi divenuto il calcolo integrale per ricavare l'area della parte di piano delimitata dalla funzione y=x.
Gottfried Leibniz
Leibniz scoprì la matematica dei limiti ed il principio degli indiscernibili, secondo il quale due cose che appaiono uguali (cioè la ragione non trova differenze) sono in realtà la stessa cosa. Da questo principio dedusse il principio di ragion sufficiente per il quale ogni cosa che è, ha una causa. Leibniz era contrario all'idea di Newton secondo cui l'universo fosse costituito da un moto casuale di particelle che interagiscono secondo la sola legge di gravità. Questa sarebbe insufficiente a spiegare l'ordine e la vita nell'universo.
Leibniz è morto il 14 novembre 1716 ad Hannover. A lui si deve il termine funzione (coniato nel 1694) che usò per indicare le quantità associate ad una curva. Introdusse diverse notazioni usate ancora oggi nel calcolo, ad esempio il segno dell'integrale ∫ che rappresenta una S allungata (dal latino summa) e la d usata per i differenziali (dal latino differentia).