Vincenzo Riccati
Appartenente ad una famiglia di matematici e poligrafi, Vincenzo è il maggiore dei figli di Jacopo Riccati (1676-1754), gli altri fratelli sono Giordano (1709-1790) e Francesco (1718-1791). Poligrafi in quanto i Riccati furono studiosi molto versatili e scrissero note e libri importanti su argomenti tra i più disparati: dalla Matematica all'Architettura, dalla Fisica alla Filosofia, dall'idraulica alla Letteratura, dall'Economia alla Storia, dalla Teoria musicale alla Teologia.
Vincenzo, nato a Castelfranco Veneto l'11 gennaio 1707, iniziò a dieci anni gli studi presso il Collegio di San Francesco Saverio di Bologna, retto dai gesuiti. Nel 1726 entrò, come aspirante, nel “Noviziato” di Piacenza della Compagnia di Gesù. Passò poi al Collegio di Padova dove si dedicò allo studio e all'insegnamento poi, nel 1734, si spostò prima a Parma, dove iniziò lo studio della Teologia e successivamente nell'Istituto di Sant'Ignazio a Roma. A partire dal 1739 rientrò a Bologna dove il il 2 febbraio 1741 prese i voti e insegnò per quasi trent'anni, fino alla soppressione nel 1773 della Compagnia. Tra i suoi allievi il più noto è il matematico ferrarese Gian Francesco Malfatti (1731-1807).
ritratto di Vincenzo Riccati
Il principale ambito delle ricerche di Vincenzo è l'Analisi ed in particolare la risoluzione di alcuni tipi particolari di equazioni differenziali (si veda il breve ma vivace trattatello “De usu motus tractorii in constructione Aequationum Differentialium Commentarius”, pubblicato a Bologna, presso la Tipografia di Lelio della Volpe nel 1752). Classica è poi la presentazione, completa e organica, dell'Analisi matematica contenuta nei due volumi, scritti a quattro mani col suo allievo Girolamo Saladini (1731-1813), delle “Institutiones Analyticae” (Bologna, 1765-1767), poi tradotti in volgare dal solo Saladini (Istituzioni Analitiche del Co. Vincenzo Riccati, compendiate da Girolamo Saladini, Canonico della Metropolitana, Bologna 1776).
Vincenzo Riccati è morto a Treviso il 17 gennaio 1775.