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L'articolo che qui presentiamo compare nel numero doppio ("speciale Atti Convegno") di CABRIRRSAE, n.35-36, aprile-luglio 2003, a cura dell'I.R.R.E. dell'Emilia Romagna. Ringraziamo gli organizzatori del Convegno e il Comitato di redazione per la cortese autorizzazione e collaborazione.
Pubblichiamo il contributo dell'autore al Convegno "Innovazione didattica e Matematica", tenutosi a Perugia dal 24 al 26 maggio 2001 e organizzato dal Dipartimento di Matematica e Informatica dell'Università di Perugia
Questo articolo è stato pubblicato a cura dei docenti dell'ISA sperimentale di Monza su Nexus Network Journal, vol 7, n°1, 2005, curato da Kim Williams
Con Bruno de Finetti (1906 - 1985) passiamo alla storia della Matematica italiana del XX secolo. Probabilista tra i più originali e profondi del secolo scorso, de Finetti é stato anche presidente della "Mathesis" (dal '70 all' '81). L'articolo di cui ora riportiamo ampi stralci, pubblicato sul "Periodico", si riferisce ad una gara di giochi matematici, tenutosi all'Università di Roma nel '62. Alle parole di de Finetti facciamo seguire i testi dei giochi proposti nell'occasione e il "manifesto" della gara.
Siamo di fronte oggi a una grave crisi dell'insegnamento scientifico e, più in generale, di tutto il sistema educativo.La sua struttura è profondamente messa in discussione e soffre, al giorno d'oggi, di gravi lacune che la rendono particolarmente inadatta all'insegnamento scientifico.
Insegno in una scuola elementare. Un anno fa, dovendo proporre il testo del problema per l'esame di quinta, ho presentato pressappoco la seguente situazione: un gruppo di ragazze decideva di acquistare in società un canestro da basket con il prezzo scontato. Il problema è stato prescelto tra quelli proposti ma, in sede di esame, ragazze erano diventate ragazzi. Evidentemente, agli occhi del dirigente scolastico, gli aspetti matematici di questo problemi erano in linea con la tradizione. mentre l'immaginario che vi era sotteso creava un certo imbarazzo. Racconto questo aneddoto perché credo mostri in maniera evidente che la Matematica scolastica non è una materia ideologicamente neutra. Anche se nel senso comune si presta facilmente ad una visione assiomatica, in realtà è una disciplina come tutte le altre che nel momento della pratica didattica si carica di una irriducibile dimensione “ideologica” cioè si fa portatrice -più o meno consapevolmente- di una “particolare” visione del mondo”. È partendo da questa constatazione, in sé abbastanza banale, che tre anni fa Maria Guerrini e io abbiamo iniziato una ricerca sulla dimensione ideologica della Matematica scolastica negli anni del fascismo. Ne è uscita una piccola mostra -poco più di venti pannelli- da usare come sussidio didattico interdisciplinare, al confine tra gli spazi della matematica e quelli della ricerca storica.
Intervento di Remy Langevin con nota introduttiva di Giorgio BolondiMateriale relativo all'intervento di Remi Langevindi Giorgio BOLONDI
Lo scorso venerdì 4 settembre presso la sede dell'Università Bocconi di Milano, si è tenuta la presentazione di MathUp, ovvero i corsi di perfezionamento e formazione per i docenti di Matematica di ogni ordine e grado di istruzione scolastica organizzati da Mateinitaly. Circa 800 tra dirigenti scolastici e docenti referenti hanno seguito dal vivo o collegati in streaming gli interventi della giornata.