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L'articolo che pubblichiamo è stato presentato dagli autori al V congresso dellla Società Italiana di Storia delle Matematiche, nel novembre del 2005
Due ricorrenze particolarmente importanti – i 400 anni dalla pubblicazione del Nuncius Sidereus e i 200 anni dalla nascita di Darwin – offrono a Carlo Bernardini l’occasione per tornare sul valore delle profonde svolte culturali realizzate dalla scienza. Ma anche sui temi dell’analfabetismo scientifico dilagante e dell’immenso potere esercitato dal pensiero dogmatico.
Poco prima della fine del ’500, nella sua Summa de Arithmetica, che a dispetto del titolo si può senz’altro considerare come un testo di Algebra, Luca Pacioli afferma che il problema di trovare una formula algebrica per risolvere le equazioni di terzo grado è altrettanto difficile che la quadratura del cerchio. Mai una profezia scientifica fu disattesa tanto presto.
Una delle storie matematiche più popolari del ‘900 riguarda una congettura enunciata dal grande fisico e matematico Jules-Henry Poincaré nel 1904. Una congettura è un'affermazione che si ritiene vera ma della quale non si ha una dimostrazione formale e rigorosa: solo indicazioni, esempi, un certo tipo di convinzione che, naturalmente, ai matematici non basta.
Ironia della sorte! Democrito è l'unico filosofo citato in una sua opera da Archimede ed ha scritto cose di Matematica, mentre né Platone né Aristotele vengono citati dallo stesso, né hanno scritto cose di Matematica, ma solo testimonianze, sparse nei loro scritti e molte volte confuse (per un severo giudizio su Platone, testimone di cose matematiche, rimando ad un giudizio di Peano, che certamente di Matematica se ne intendeva, come di filologia greca, in Opere, vol. III, Ed.
Ringraziamo la casa editrice Ellipses per averci permesso la traduzione e la pubblicazione dell'intervento di Norbert Meusnier. Il suo articolo compare, come parte del saggio "Sur l'histoire de l'einsegnement des probabilités et des statistiques", nel volume Histoires de Probabilités et de Statistiques (2004) curato da E. Barbin e J. P. Lamarche. L'autore è docente presso il Dipartimento di Matematica e Storia della Scienza dell’Università di Parigi (Paris VIII). La traduzione dell'articolo di Norbert Meusnier è a cura di Marco Crespi.
Quello dei principi di minimo o di massimo, detti anche principi di ottimalità, è uno dei paradigmi più interessanti e fecondi nella cultura occidentale. Nel mondo contemporaneo, dominato dal mercato, esso può essere formulato come il principio della economia dei mezzi o della strategia ottimale per ottenere dei risultati . Ma, come molti sanno, esso ha assunto nel corso dei secoli valenze metafisiche, estetiche e gnoseologiche.
La curva dell’accrescimento della Matematica, non limitando l’osservazione a particolari nazioni o continenti, è un grafico di una funzione a = a(t) monotona non decrescente: considerati due tempi t1< t2 si ha in corrispondenza a(t1) ≤ a(t2).
Il Royal Canal di Dublino è, oggi, un placido corso d’acqua alla periferia della città. Le sue acque scorrono tranquille tra cespugli di giunchi, radi pontili e casette di pescatori. I germani reali e le anatre lo hanno eletto quale domicilio favorito. Un posto bucolico e ameno, che nessuno potrebbe sospettare sede di eventi drammatici o epocali.
Chiunque abbia frequentato il biennio di un qualsiasi Istituto superiore, ha familiarità con la formula risolutiva per radicali, delle equazioni algebriche di 2° grado. L'equazione ax2+bx+c=0 ammette, come soluzioni:
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