Spezzando un silenzio che durava da secoli, Archimede ha acconsentito a concederci un'intervista esclusiva, nella quale parla non solo del passato ma anche del presente della Matematica.
Molte sono le iniziative tenute in questi mesi per ricordare la figura di Edoardo Amaldi (1908-1989) a 100 anni dalla nascita. In particolare, di grande rilevanza il convegno tenutosi all'Università "La Sapienza" di Roma dal 23 al 25 di ottobre. Pubblichiamo qui il testo letto, nell'occasione, da Carlo Bernardini.
Il Premio Descartes 2006, per la comunicazione scientifica, è stato assegnato a Vittorio Silvestrini, il fisico italiano che ha fondato la Città della Scienza di Napoli. Il prestigioso riconoscimento, conferito dalla Commissione Europea, è nato per ricompensare l'eccellenza nella ricerca e per incoraggiare i professionisti dell'informazione scientifica a rendere accessibili al grande pubblico i risultati della scienza. La cerimonia di assegnazione avrà luogo a Bruxelles il 7 marzo 2007. In occasione del conferimento del Premio Descartes, Vittorio Silvestrini ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande.
«Nella mia attività filosofica vi è una svolta fondamentale: negli anni 1899-1900, adottai la filosofia dell'atomismo logico e il metodo di Peano nell'ambito della logica matematica. Ciò rappresentò una trasformazione tanto grande da rendere il mio lavoro precedente, a eccezione di quello puramente matematico, irrilevante rispetto a tutto ciò che feci in seguito. Il cambiamento avvenuto in quegli anni rappresentò una rivoluzione; i cambiamenti successivi ebbero il carattere di una evoluzione».(1)
Dopo aver messo il teorema ai voti, il professore decide: "poiché la maggioranza degli studenti è favorevole, lo dimostriamo". Non è il comportamento solito al quale ci ha abituato la scuola, ma lo era per Laurent Schwartz: uno dei massimi matematici del Novecento, che a ottantadue anni ci ha narrato la propria vita in "Un mathématicien aux prises avec le siècle (Odile Jacob, 1997)".
Carlo Bernardini è un caso molto interessante, oserei dire ispirante, della vicenda della ricerca fisica italiana. Come testimone per almeno cinque decenni della sua vita, ed amico, ricordo tre aspetti, insieme confluenti e diversi, della sua personalità: * a) le sue ricerche nella fisica più avanzata dei tempi nostri; * b) la sua opera come storico della Matematica e della Fisica di questi ultimi cento anni; * c) la sua opera di politica e di politica scientifica, dal dopoguerra in poi. Ho distinto i tre punti a) b) c) per mio comodo, ma essi sono in realtà strettamente collegati o fusi. Ciò che li fonde è un innato stile di scrittore, che rende il suo pensiero critico, penetrante ed illuminante, ma mai ingeneroso.
Nel marzo del 2002, sulle pagine di "Lettera Matematica PRISTEM", mi rammaricavo che fosse stato messo fuori catalogo il libro di testo di Giovanni Prodi Matematica come scoperta (Firenze 1975-1981-1982). Quale gradita sorpresa quindi ricevere nella primavera scorsa il nuovo testo Scoprire la Matematica ( per i tipi della "Ghisetti e Corvi" ) scritto da Giovanni Prodi, in collaborazione con A. Bastianoni, D. Foà, L. Mannucci, M.T. Sainati, N.Tani.
In questa conversazione con Angelo Guerraggio, Giulio Giorello rievoca la personalità filososfica e scientifica di René Thom, a poco più di un mese dalla sua scomparsa.