Enrico Betti

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Enrico Betti era nato a Pistoia il 21 ottobre 1823; è morto nella sua villa di Soiana (Pisa) l'11 agosto 1892.

Laureatosi a Pisa nel 1846, nel 1848 prese parte alla guerra d'indipendenza con il battaglione universitario toscano. Dopo alcuni anni d'insegnamento in scuole medie, nel 1857 successe a Ottaviano Fabrizio Mossotti nella cattedra di Fisica matematica dell'Università di Pisa, che tenne sino alla morte. Dal 1865 diresse anche la “Normale” di Pisa, contribuendo a darle l'alta fama di cui ancora gode. Fra i suoi allievi vi fu Vito Volterra. Fu deputato di Pistoia alla Camera e poi, dal 1884, Senatore del Regno. È sepolto nel Cimitero Monumentale di Pisa.

Enrico Betti

 

Betti ha lasciato un'orma profonda in vari campi della Matematica: Algebra, Topologia, Teoria dell'elasticità, del potenziale, ecc. (numeri di Betti di una varietà, teorema di reciprocità dell'elasticità, ecc.). Fu tra i primi a comprendere l'importanza della teoria di Galois delle equazioni algebriche. Scrisse (1879) un trattato sulla teoria del potenziale che fece lungamente testo e fu anche tradotto in tedesco. La sua opera contribuì in modo essenziale a risollevare il livello degli studi matematici in Italia.

Necrologio: "Annali di Matematica", 20 (1892), p. 256 (F. Brioschi); "Atti Accad. Sci. Torino", 28 (1892), pp. 3-6 (G. Basso).

Opere: in 2 voll. a cura dell'Acc. Naz. dei Lincei. (Milano, Hoepli, 1903-13).