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Baleani Gianfranco

Già dirigente d'azienda e consulente nel campo della Finanza Aziendale, si è occupato anche di formazione tenendo seminari sul ragionamento creativo applicato al problem solving. La sua passione per la matematica ricreativa lo ha portato a inventare dei metodi originali per la costruzione di quelle particolari matrici numeriche chiamate "quadrati magici". In questo contesto è autore del libro Il quadrato magico (Edizioni Simple, 2019)
Guarino Giuseppe

Matematico in forza presso l'Azienda Sanitaria di Potenza. Docente a contratto di Informatica nel corso integrato di metodologia epidemiologica. Da sempre amante della matematica ludica, fonda nel 2012 l'associazione pariMpari (www.parimpari.it) con la quale propone attività di matematica e logica attraverso il gioco.
Carpentieri Enzo

È ingegnere elettronico e riferimento tecnico presso la sezione italiana del consorzio europeo MBDA.
Erba Giuseppe B.

Era nato a Domodossola (Novara) il 10 febbraio 1819; è morto l’1 novembre 1895.
Si era laureato in Ingegneria e architettura a Torino nel 1841. Nel 1851 era stato nominato professore di Algebra e Geometria analitica all'Università di Torino dove, dal 1854 al 1857, aveva supplito G. Plana per l'Analisi infinitesimale.
Dal 1857 in poi fu professore di Meccanica razionale. Preside della Facoltà di Scienze dal 1862 al 1880.
Non si conoscono suoi lavori a stampa. Tuttavia aveva scritto dei notevoli commenti a classici quali Eulero, Lagrange, ecc. che rimasero manoscritti.
Necrologio: Annuario Università di Torino per l’a.a. 1896-97, p. 145 (V. Volterra).
Veronese Giuseppe

Giuseppe Veronese, nato il 7 maggio 1854 a Chioggia, è noto per i suoi studi sugli spazi multidimensionali, sulla teoria dei modelli e sui numeri transfiniti.
Proveniente da una famiglia di umili origini, frequentò l'Istituto tecnico di Venezia e, in seguito al diploma nel 1872, si trasferì a Vienna per studiare. L'anno successivo, grazie all'aiuto del conte Nicolò Papadopoli, si iscrisse al Politecnico di Zurigo. Durante questi studi entrò in contatto e si fece apprezzare da Wilhelm Fiedler e Georg Frobenius con lavori sull'"Hexagrammum mysticum" di Blaise Pascal. I suoi articoli vennero apprezzati anche in Italia da Luigi Cremona e Giuseppe Battaglini che lo invitarono all'Università di Roma, dove si laureò nel 1877 e svolse un periodo di perfezionamento. Nel 1880 si recò a Berlino per perfezionarsi ulteriormente e nel 1881 a Lipsia, dove collaborò con Felix Klein. Sempre nel 1881 ottenne la cattedra di Geometria analitica all'Università di Padova, succedendo a Giusto Bellavitis. Veronese tenne questa cattedra per tutta la vita e da qui diede un forte contributo allo sviluppo della scuola italiana di Geometria algebrica e differenziale. Tra i suoi allievi più famosi vi sono Guido Castelnuovo e Tullio Levi-Civita.
Giuseppe Veronese
Nel 1882 Giuseppe Veronese pubblico una memoria intitolata "Fondamenti di geometria" nella quale per la prima volta viene trattata autonomamente la Geometria multidimensionale. Introdusse la nozione di Geometria non archimedea, criticata da Giuseppe Peano a causa della mancanza di rigore e per l'uso poco giustificato di infinitesimi e infiniti. Giuseppe Veronese morì a Padova il 17 luglio 1917 in seguito ad un attacco cardiaco.
Ciamberlini Corrado

Era nato a Cingoli (Macerata) l'1 maggio 1861; è morto a Fermo (Ascoli Piceno) il 2 novembre 1944.
Laureatosi a Roma nel 1884, fu allievo e assistente di Battaglini. Entrò poi nell'insegnamento medio in cui rimase sino al 1924, in ultimo al Liceo di Fermo. Autore di una collana di apprezzati testi per le scuole secondarie.
Necrologio: Bollettino UMI, (3) 2 (1947) p. 88 (P. Cattaneo); Bollettino Conti, (N.S.) 3 (1944), pp. 130-132 (R. Marcolongo).
Tardy Placido

Placido Tardy era nato a Messina, da famiglia d'origine francese, il 23 ottobre 1816; è morto a Firenze, quasi centenario, il 2 novembre 1914.
Dopo aver studiato a Milano e a Parigi, nel 1841 fu nominato professore all'Università di Messina ma, nel 1847, per ragioni politiche si rifugiò a Firenze. Nel 1851 fu nominato professore di Geometria analitica e Calcolo infinitesimale alla Scuola di Marina di Genova da dove, nel 1859, passò all'Università. La sua casa genovese viene ricordata nella storia della Matematica italiana perché, durante le feste pasquali del 1858, ospitò Francesco Brioschi e Enrico Betti: l'incontro doveva servire per organizzare quel viaggio in europa che segna tradizionalmente la nascita della Matematica italiana unitaria (e che effettivamente Betti e Brioschi compirono nel successivo autunno, in compagnia del giovane Felice Casorati). Nel 1881 chiese il collocamento a riposo «per ragioni di salute» e se ne tornò a Firenze, ove rimase sino alla morte, dimenticato da molti. La sua produzione scientifica riguarda principalmente l'Analisi e in modo particolare la derivazione d'ordine frazionario. Continuò ad interessarsi di Matematica fino a tardissima età.
Fu rettore dell'Università di Genova e socio dell'Accademia dei Lincei.
Necrologio: “Rend. Lincei”, (5) 241 (1915), pp. 505-531 (G Loria).
Genchi Gioacchino

Era nato a Castelbuono (Palermo) il 28 giugno 1926; vi è morto il 3 novembre 1991.
Si era laureato in Matematica a Palermo l’1 dicembre 1949 discutendo una tesi sulla Geometria non euclidea assegnatagli da C. Mineo. Dopo un breve periodo di assistentato (in Geodesia e Calcolo delle probabilità) era passato all’insegnamento medio, prima al Liceo di Alcamo e poi a quello di Cefalù (1957-91).
E’ autore di una interessante raccolta di Problemi geometrici risolti e discussi per via sintetica, 2 voll., Pisa, ETS, 1968.
Rufini Enrico

Era nato a Rocca di Papa (Roma) il 26 novembre 1890; è morto a Roma il 3 novembre 1924.
Fu professore di scuole medie - da ultimo al Liceo, "T. Tasso" di Roma - e membro della Reale Commissione Vinciana. Cultore di Storia delle matematiche, curò, su incitamento di Enriques, un'edizione del "Metodo" di Archimede.
Necrologio: Raccolta Vinciana, dicembre 1925.