Giuseppe Veronese
Giuseppe Veronese, nato il 7 maggio 1854 a Chioggia, è noto per i suoi studi sugli spazi multidimensionali, sulla teoria dei modelli e sui numeri transfiniti.
Proveniente da una famiglia di umili origini, frequentò l'Istituto tecnico di Venezia e, in seguito al diploma nel 1872, si trasferì a Vienna per studiare. L'anno successivo, grazie all'aiuto del conte Nicolò Papadopoli, si iscrisse al Politecnico di Zurigo. Durante questi studi entrò in contatto e si fece apprezzare da Wilhelm Fiedler e Georg Frobenius con lavori sull'"Hexagrammum mysticum" di Blaise Pascal. I suoi articoli vennero apprezzati anche in Italia da Luigi Cremona e Giuseppe Battaglini che lo invitarono all'Università di Roma, dove si laureò nel 1877 e svolse un periodo di perfezionamento. Nel 1880 si recò a Berlino per perfezionarsi ulteriormente e nel 1881 a Lipsia, dove collaborò con Felix Klein. Sempre nel 1881 ottenne la cattedra di Geometria analitica all'Università di Padova, succedendo a Giusto Bellavitis. Veronese tenne questa cattedra per tutta la vita e da qui diede un forte contributo allo sviluppo della scuola italiana di Geometria algebrica e differenziale. Tra i suoi allievi più famosi vi sono Guido Castelnuovo e Tullio Levi-Civita.
Giuseppe Veronese
Nel 1882 Giuseppe Veronese pubblico una memoria intitolata "Fondamenti di geometria" nella quale per la prima volta viene trattata autonomamente la Geometria multidimensionale. Introdusse la nozione di Geometria non archimedea, criticata da Giuseppe Peano a causa della mancanza di rigore e per l'uso poco giustificato di infinitesimi e infiniti. Giuseppe Veronese morì a Padova il 17 luglio 1917 in seguito ad un attacco cardiaco.