Bruno Finzi
Bruno Finzi era nato a Gardone Val Trompia (Brescia) il 12 febbraio 1899; è morto a Milano il 10 settembre 1974.
Si era laureato in Ingegneria industriale presso il Politecnico di Milano nel 1920 e l’anno dopo anche in Matematica a Pavia. La sua attività didattica si è svolta sempre a Milano, fra il Politecnico e l’Università. Al Politecnico, nel 1922, fu nominato assistente di Meccanica razionale e tre anni dopo, conseguita la libera docenza nella stessa disciplina, fu anche incaricato di Analisi. Nel 1931, vinto il concorso, fu chiamato invece alla cattedra di Meccanica razionale dell’Università, per ritornare al Politecnico nel 1946 (dopo la morte di Umberto Cisotti). Vi restò fino al 1967, quando si trasferì all’insegnamento dell’aerodinamica fino al collocamento a riposo, esercitando contemporaneamente la carica di Rettore del Politecnico.
I lavori scientifici di Finzi (circa 200) sono indirizzati in quasi tutti i settori della Meccanica e della Fisica matematica: meccanica dei fluidi, teoria dell’elasticità, teoria della relatività, teoria dell’elettromagnetismo, teoria relativistica dei campi fisici. Molti risultati in essi contenuti, soprattutto alcuni di quelli relativistici (argomento peraltro della sua tesi di laurea con Cisotti), hanno avuto molta risonanza e si trovano riportati anche in vari trattati: è per esempio il caso di quelli che riguardano la deduzione da un principio di azione stazionaria delle comuni equazioni relativistiche del campo elettromagnetico e di campi più generali (come quello di Yukawa).
Era membro Linceo e socio di svariate altre Accademie. Medaglia d’oro dei benemeriti della cultura, aveva ottenuto il “Premio Kramer” (1933) dell’Istituto Lombardo e quello “Feltrinelli” (1958) dei Lincei per la Meccanica ed applicazioni. Fu anche Presidente, dal 1965 al 1969, dell’Associazione nazionale di Meccanica teorica e applicata (“AIMETA”).
Necrologio: Rendiconti Seminario Mat. e Fis. Milano, vol. XLV (1975), pp. 6-17 (M. Pastori); “Celebrazioni Lincee”, n. 92, 1975 (M. Pastori); Bollettino della Unione Matematica Italiana, (4) X1 (1975), n. 2 (P. Udeschini).