Adrien Marie Legendre
Matematico francese, nato a Tolosa il 18 settembre 1752 (qualcuno lo vuole nato a Parigi, ma in realtà la famiglia vi arriva quando Legendre era molto piccolo). Studia al “Collegio Mazzarino” di Parigi, dove nel 1770 – all'età di diciotto anni – discute la sua tesi in matematica e fisica (in realtà un piano di ricerche che avvierà negli anni successivi).
Dal 1775 insegna con Laplace all'Ecole Militaire, grazie ad una segnalazione di d'Alembert. Successivamente (1812) succede a Lagrange nel Bureau des longitudes, infine diviene “esaminatore” all'Ecole Polytechnique.
profilo di Adrien Marie Legendre
Legendre si segnala presto all'attenzione dei contemporanei con la vittoria, nel 1782, del Premio bandito dall'Accademia di Berlino sul moto dei proiettili in un mezzo resistente. Benché matematico di prim'ordine, con vasti interessi in quasi tutti i campi della Matematica (lascia contributi originali significativi nel Calcolo delle variazioni, nella Teoria dei numeri, nel campo delle geometrie non euclidee e delle funzioni speciali), tuttavia la sua opera rimane in un certo senso offuscata da quelle di Gauss, Lagrange e Cauchy tra le quali, in linea storica, essa è interposta. I suoi “Eléments de géometrie” (1794) dominarono per parecchi decenni l'insegnamento elementare della geometria in Francia e all'estero. La sua “Théorie des nombres” (1830) rimane uno dei testi classici di questa disciplina. Il suo grande “Traité des fonctions elliptiques et des intégrales eulériennes” (1817-32), frutto di quasi quaranta anni di lavoro, contiene uno studio sistematico e approfondito degli integrali ellittici, una loro classificazione e una vasta raccolta di tavole numeriche; con quest'opera si chiude il primo stadio di sviluppo della teoria degli integrali di funzioni algebriche. Una nuova fase si aprirà con la geniale opera di Abel e di Jacobi, ed è titolo d'onore di Legendre l'avere accolto e valorizzato le scoperte dei suoi giovanissimi emuli. Legendre ne viene a conoscenza tramite le lettere di Jacobi a cui, il 9 febbraio 1828, scrive: “E' per me una grande soddisfazione vedere due giovani matematici coltivare con tanto successo un ramo dell'Analisi che è stato a lungo il mio campo di indagine favorito, ma che non è stato per nulla accolto come meritava nel mio stesso Paese”. È morto a Parigi il 10 gennaio 1833.