G.H. Hardy

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Godfrey Harold Hardy è nato a Cranleigh (Inghilterra) il 7 febbraio 1877. Dopo aver frequentato il Winchester College, entrò al Trinity College nel 1896 dove si unì agli “Apostoli di Cambridge”, una società segreta di intellettuali. Hardy conseguì la laurea nel 1899.

Dal 1911 collaborò con J. E. Littlewood in numerose ricerche di Analisi matematica e Teoria dei numeri analitica. In particolare, a proposito dei numeri primi e della congettura di Riemann, dimostrò che la funzione zeta ammette infiniti zeri sulla retta x=1/2.

Celebre è stato il suo ruolo di mentore nei confronti del matematico indiano Srinivasa Ramanujan. Hardy riconobbe immediatamente il suo straordinario talento e divennero stretti collaboratori e definì la scoperta di Ramanujan come il suo più grande contributo alla Matematica.

Trinity College a Cambridge nel 1916: Ramanujan (al centro) e Hardy (primo a destra)


Impegnato in politica prese parte alla “Union of Democratic Controf” durante la prima guerra mondiale e al movimento “For Intellectual Liberty” nei tardi anni Trenta.

Fra le sue opere ricordiamo "Apologia di un matematico", un saggio del 1940 sull'estetica della Matematica. Il testo è considerato una delle migliori descrizioni di che cosa significhi essere un artista creativo. Hardy tentò il suicidio, si salvò e fu convinto da Charles Percy Snow a scrivere l'apologia. E' morto a Cambridge il 1 dicembre 1947. E’ rimasta proverbiale la sua passione per il cricket. Ancora pochi giorni prima della morte, disse a sua sorella: “se sapessi di dover morire oggi stesso, credo che vorrei ugualmente conoscere i risultati del cricket".