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"La mia vita - o quantomeno ciò che ha meritato di chiamarsi tale - una vita singolarmente felice pur tra varie vicissitudini, è inscritta fra il 6 maggio 1906, giorno della mia nascita, e il 24 maggio 1986, data della morte di Eveline, mia moglie e compagna.'' In questo modo, sorprendente per un uomo dal leggendario cattivo carattere, inizia Ricordi di apprendistato (Einaudi, 1994), l'autobiografia del grande matematico André Weil.
Dal testo "Sulla Scienza" di Simone Weil, pubblichiamo una lettera dell'autrice ad un collega del Liceo femminile del Puy , sull’insegnamento delle matematiche, scritta nel 1931. Simone Weil
In Francia si dice che la scienza è in crisi ma forse si dovrebbe dire che l'amore per la scienza è in crisi. Poi, volendo analizzare di più la situazione "al microscopio" bisognerebbe capire meglio dove si localizza questo disamore per la scienza.
Paolo Volponi - di cui quest'anno ricorrono i novant'anni dalla nascita e i venti dalla morte - è stato uno dei più grandi pensatori del Novecento che ha lasciato grandi tracce nella cultura grazie alla sua attività di scrittore e intellettuale. Fondamentale fu anche il suo impegno politico e di seguito, tratto da questa fase della sua vita, riportiamo un suo intervento in Senato del 1985 in cui ritroviamo temi attuali quali la degenerazione del ruolo del Parlamento, la funzione dell'attività politica e il valore della cultura nello sviluppo e nella realizzazione della società moderna.
Sul numero 14 di Alice & Bob abbiamo pubblicato questo articolo di vanni Gorni. Il testo tratta di un problema assegnato all’Esame di Stato nel 2008. Un problema che va a pescare nella storia della Matematica...
Le tracce della cultura materiale di tutte le civiltà che ci hanno preceduto, testimoniano della seduzione che i motivi geometrici, da sempre, esercitano sull’uomo. Questo fascino si traduce nella propensione che spinge gli esseri umani a decorare tutto ciò che li circonda: gli oggetti, i corpi, l’ambiente.
I pavimenti cosmateschi, coloratissimi tappeti marmorei la cui ricchezza e varietà contrasta con l’austera semplicità delle architetture romaniche nelle quali sono inseriti, nonostante l’inevitabile degrado prodotto dal trascorrere di quasi mille anni, riescono ancora a sopraffare i nostri sensi con la loro vibrante bellezza.
I pavimenti di Carlo Scarpa A quasi mille anni dalle opere dei Cosmati, l’evoluzione più interessante è costituita da un affinamento della capacità di valutare cosa sia riconoscibile come pattern, l’acquisizione di un più sofisticato “senso dell’ordine”. Il pavimento che l’architetto italiano Carlo Scarpa progettò, nel 1961, per uno spazio relativamente piccolo all’interno del museo del palazzo Querini Stampalia a Venezia, è un segno di questo mutamento (Figura 8) [11].
I pavimenti di Tess JarayTess Jaray è un’artista astratta britannica, contemporanea, che nei suoi dipinti ad olio e nelle stampe ha lavorato a lungo con ritmi e motivi. Alla fine degli anni Ottanta, ha rivolto la sua attenzione al progetto di grandi pavimentazioni urbane nell’ambito di un processo di riqualificazione di alcuni dei maggiori centri cittadini in Gran Bretagna. Tra i suoi lavori spiccano alcuni significativi progetti come il distretto della cattedrale di Wakefield e la Centenary place a Birmingham.
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