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Mi sono interessato per la prima volta di Zichichi casualmente, come succede spesso nella vita. In libreria ho visto il suo Infinito e, poiché quello era il "mio" campo, l'ho sfogliato. Il nome dell'autore lo conoscevo per sentito dire, ma solo superficialmente, e di lui non sapevo altro se non che fosse un fisico. Ma, leggendo a caso, non ho creduto ai miei occhi: le castronerie e le assurdità erano così tante e così abissali, a partire da quella che diceva che Godel aveva provato che "esistono teoremi non dimostrabili", che non ho resistito alla tentazione di farne una recensione.
I rapporti che legarono Marconi all'amministrazione italiana, e in particolare alla Marina e alle Poste e Telegrafi, furono estremamente complessi e diedero una spinta eccezionale alla modernizzazione del sistema delle radiocomunicazioni del Paese.
Guglielmo Marconi fu nominato presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana il 30 giugno del 1933, otto anni dopo la costituzione dell'Istituto Treccani il 18 febbraio del 1925 e quattro anni dopo l'uscita del primo volume dell'opera. Nella politica culturale del regime , l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana viaggiò da quel momento in poi appaiato, per quel che riguarda le cariche, con l'Accademia d'Italia, ma indubbiamente riuscì a mantenere una propria autonomia e in più occasioni apparve come la nota stonata del regime.

Sulla figura di Marconi inventore, imprenditore uomo pubblico molto si è scritto. Meno noto risulta il ruolo da lui svolto presso la comunità dei fisici italiani, in particolare negli anni che vedono il decollo della scuola di Fermi a Roma. Quale fu il peso di Marconi in questa vicenda? In che misura egli condivise le scelte di politica della ricerca, assolutamente nuove nei modi e nei contenuti, di O. M. Corbino e A. Garbasso, che portano all'affermazione del gruppo romano? O quanto, piuttosto, egli fu l'esecutore fedele della politica scientifica imposta dal regime fasciata?

Una delle sessione più vive della conferenza è stata quella che ha visto come protagonisti Fabio Mini (generale dell'esercito italiano) e Giovanni Puglisi, presidente della commissione nazionale italiana per l'Unesco. In questa sessione sono stati resi pubblici i veri dati riguardanti le spese militari e la gestione di un esercito, nonché le attività delle organizzazioni non governative nelle zone di guerra.
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