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Possiamo usare un modello matematico per prevedere se l’Iran costruirà la bomba atomica? Secondo Bruce Bueno de Mesquita, professore di Scienze Politiche presso la New York University e ricercatore presso la Hoover Institution di Stanford, la risposta è affermativa, come lui stesso spiega in una recente intervista pubblicata dal New York Times (http://www.nytimes.com/2009/08/16/magazine/16Bruce-t.html?_r=1).
"La mia vita - o quantomeno ciò che ha meritato di chiamarsi tale - una vita singolarmente felice pur tra varie vicissitudini, è inscritta fra il 6 maggio 1906, giorno della mia nascita, e il 24 maggio 1986, data della morte di Eveline, mia moglie e compagna.'' In questo modo, sorprendente per un uomo dal leggendario cattivo carattere, inizia Ricordi di apprendistato (Einaudi, 1994), l'autobiografia del grande matematico André Weil.
"L'artista gioca con le forme proprio come lo scienziato o il credente. Il musicista lo fa in modo ancor più sistematico, poiché vive simultaneamente nel microcosmo del suono e nel macrocosmo delle architetture più vaste, come se si trovasse in una millefoglie fatta di strati trasparenti in tutti i sensi".Con queste parole Xenakis sintetizza l'essenza del suo lavoro di musicista scaturito dall'intreccio delle sue grandi passioni: la matematica e l'architettura.
Sui temi del convegno Science for Peace abbiamo intervistato Fabrizio Battistelli, professore di Sociologia all'Università “La Sapienza” di Roma che ha introdotto la sessione dedicata a "Aggressività umana, guerra e sicurezza". Nel suo intervento, ha distinto in modo chiaro i concetti di rischio e di minaccia come un presupposto importante per poter distinguere la situazione in cui una collettività si trova e quindi creare un strumento per affrontare il problema.
Mi sono interessato per la prima volta di Zichichi casualmente, come succede spesso nella vita. In libreria ho visto il suo Infinito e, poiché quello era il "mio" campo, l'ho sfogliato. Il nome dell'autore lo conoscevo per sentito dire, ma solo superficialmente, e di lui non sapevo altro se non che fosse un fisico. Ma, leggendo a caso, non ho creduto ai miei occhi: le castronerie e le assurdità erano così tante e così abissali, a partire da quella che diceva che Godel aveva provato che "esistono teoremi non dimostrabili", che non ho resistito alla tentazione di farne una recensione.
I rapporti che legarono Marconi all'amministrazione italiana, e in particolare alla Marina e alle Poste e Telegrafi, furono estremamente complessi e diedero una spinta eccezionale alla modernizzazione del sistema delle radiocomunicazioni del Paese.
Guglielmo Marconi fu nominato presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana il 30 giugno del 1933, otto anni dopo la costituzione dell'Istituto Treccani il 18 febbraio del 1925 e quattro anni dopo l'uscita del primo volume dell'opera. Nella politica culturale del regime , l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana viaggiò da quel momento in poi appaiato, per quel che riguarda le cariche, con l'Accademia d'Italia, ma indubbiamente riuscì a mantenere una propria autonomia e in più occasioni apparve come la nota stonata del regime.

Sulla figura di Marconi inventore, imprenditore uomo pubblico molto si è scritto. Meno noto risulta il ruolo da lui svolto presso la comunità dei fisici italiani, in particolare negli anni che vedono il decollo della scuola di Fermi a Roma. Quale fu il peso di Marconi in questa vicenda? In che misura egli condivise le scelte di politica della ricerca, assolutamente nuove nei modi e nei contenuti, di O. M. Corbino e A. Garbasso, che portano all'affermazione del gruppo romano? O quanto, piuttosto, egli fu l'esecutore fedele della politica scientifica imposta dal regime fasciata?

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