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Sul numero 14 di Alice & Bob abbiamo pubblicato questo articolo di vanni Gorni. Il testo tratta di un problema assegnato all’Esame di Stato nel 2008. Un problema che va a pescare nella storia della Matematica...

Giuseppe Occhialini (1907-1993) è stato uno dei più importanti fisici italiani della seconda metà del Novecento. Laureatosi a Firenze nel 1929, collaborò alla scoperta del positrone nei raggi cosmici presso il Cavendish Laboratory di Cambridge. Dopo diverse esperienze di insegnamento, nel 1947 contribuì alla scoperta dei pioni, o mesoni Pi . Fu protagonista della ricerca in fisica delle particelle. In seguito all'avvento degli acceleratori di particelle, Occhialini esplorò nuovi campi di ricerca, tra i quali spicca quello della Fisica dello spazio, contribuendo alla fondazione dell'Agenzia Spaziale Europea. Occhialini dà il nome al Dipartimento di Fisica dell'Università degli studi Milano-Bicocca e in suo onore, dal suo soprannome "Beppo", il satellite SAX primo satellite italiano per lo studio dei raggi gamma è stato rinominato “Beppo-SAX”

In Francia si dice che la scienza è in crisi ma forse si dovrebbe dire che l'amore per la scienza è in crisi. Poi, volendo analizzare di più la situazione "al microscopio" bisognerebbe capire meglio dove si localizza questo disamore per la scienza.
Andrew Wiles ha 52 anni, ma ne dimostra assai meno. Inglese, vive e insegna a Princeton negli Stati Uniti. Ha tre figlie, che adora e di cui parla volentieri. Dieci anni fa, è stato l’artefice dell’impresa matematica per antonomasia. È lui che ha guarito i matematici da un’ossessione durata tre secoli: dimostrare l’ultimo teorema di Fermat. Oggi, Wiles è il matematico più famoso del mondo ma, nonostante la fama e la grandezza della sua opera, è rimasto una persona gentile, paziente, con uno spiccato senso dell’umorismo.
Dal testo "Sulla Scienza" di Simone Weil, pubblichiamo una lettera dell'autrice ad un collega del Liceo femminile del Puy , sull’insegnamento delle matematiche, scritta nel 1931. Simone Weil
Capita spesso – parlando agli studenti delle superiori – di dover rispondere alle classiche domande, tipo: “cosa mi consiglia di fare all’Università?” oppure “ma dove è meglio farla?” Trovo particolarmente insidiosa la seconda, non tanto perché mi imbarazzo a dire che, per certi studi, una sede è migliore di un’altra ma perché (se capisco che il ragazzo in questione è bravo, motivato, appassionato) ho sempre più voglia di rispondere: “Va' via! Va' all’estero a studiare...
Possiamo usare un modello matematico per prevedere se l’Iran costruirà la bomba atomica? Secondo Bruce Bueno de Mesquita, professore di Scienze Politiche presso la New York University e ricercatore presso la Hoover Institution di Stanford, la risposta è affermativa, come lui stesso spiega in una recente intervista pubblicata dal New York Times (http://www.nytimes.com/2009/08/16/magazine/16Bruce-t.html?_r=1).
"La mia vita - o quantomeno ciò che ha meritato di chiamarsi tale - una vita singolarmente felice pur tra varie vicissitudini, è inscritta fra il 6 maggio 1906, giorno della mia nascita, e il 24 maggio 1986, data della morte di Eveline, mia moglie e compagna.'' In questo modo, sorprendente per un uomo dal leggendario cattivo carattere, inizia Ricordi di apprendistato (Einaudi, 1994), l'autobiografia del grande matematico André Weil.
"L'artista gioca con le forme proprio come lo scienziato o il credente. Il musicista lo fa in modo ancor più sistematico, poiché vive simultaneamente nel microcosmo del suono e nel macrocosmo delle architetture più vaste, come se si trovasse in una millefoglie fatta di strati trasparenti in tutti i sensi".Con queste parole Xenakis sintetizza l'essenza del suo lavoro di musicista scaturito dall'intreccio delle sue grandi passioni: la matematica e l'architettura.
Sui temi del convegno Science for Peace abbiamo intervistato Fabrizio Battistelli, professore di Sociologia all'Università “La Sapienza” di Roma che ha introdotto la sessione dedicata a "Aggressività umana, guerra e sicurezza". Nel suo intervento, ha distinto in modo chiaro i concetti di rischio e di minaccia come un presupposto importante per poter distinguere la situazione in cui una collettività si trova e quindi creare un strumento per affrontare il problema.
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