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Lo storico della matematica inglese John Fauvel è morto il 12 maggio 2001, a Leamington Spa (Gran Bretagna), in seguito a una grave disfunzione epatica; aveva 53 anni.John Fauvel a Taiwan nell'agosto 2000 (foto Jan van Maanen)
Insegno in una scuola elementare. Un anno fa, dovendo proporre il testo del problema per l'esame di quinta, ho presentato pressappoco la seguente situazione: un gruppo di ragazze decideva di acquistare in società un canestro da basket con il prezzo scontato. Il problema è stato prescelto tra quelli proposti ma, in sede di esame, ragazze erano diventate ragazzi. Evidentemente, agli occhi del dirigente scolastico, gli aspetti matematici di questo problemi erano in linea con la tradizione. mentre l'immaginario che vi era sotteso creava un certo imbarazzo. Racconto questo aneddoto perché credo mostri in maniera evidente che la Matematica scolastica non è una materia ideologicamente neutra. Anche se nel senso comune si presta facilmente ad una visione assiomatica, in realtà è una disciplina come tutte le altre che nel momento della pratica didattica si carica di una irriducibile dimensione “ideologica” cioè si fa portatrice -più o meno consapevolmente- di una “particolare” visione del mondo”. È partendo da questa constatazione, in sé abbastanza banale, che tre anni fa Maria Guerrini e io abbiamo iniziato una ricerca sulla dimensione ideologica della Matematica scolastica negli anni del fascismo. Ne è uscita una piccola mostra -poco più di venti pannelli- da usare come sussidio didattico interdisciplinare, al confine tra gli spazi della matematica e quelli della ricerca storica.
Alle 2:00 del 24 ottobre 1917, forti di 2.147 cannoni e di 371 bombarde, i generali austroungarici e tedeschi scatenarono un infernale bombardamento sulle posizioni tenute dalla II e III Armata del Regio Esercito Italiano, sul fronte dell’Isonzo. Dopo 6 ore di incessante martellamento, da cui emerse uno sconvolgente paesaggio lunare, i 353000 uomini degli eserciti imperiali si riversarono sulle trincee italiane, sfondando nei pressi di Gabria e di San Daniele del Carso, dove reparti bosniaci e le temutissime truppe slesiane ebbero rapidamente la meglio sugli italiani. Fu l’inizio della ritirata di Caporetto, la più disastrosa sconfitta nella storia dell’esercito italiano.
Pubblichiamo il testo della relazione tenuta da Gian Italo Bischi dell'Università di Urbino al Convegno del PRISTEM "Matematica nella realtà" tenuto in "Bocconi" lo scorso 15 ottobre.
Nel 1976 l'Associazione degli Scrittori di Fantascienza Americani radiò dai suoi membri onorari Stanislav Lem, reo di aver scritto "Fantascienza: un caso senza speranza (con eccezioni)". Secondo le condivisibili accuse avanzate nel saggio di Lem, il novantanove per cento della fantascienza è un genere di consumo mercizzato e massificato e dunque dozzinale e stereotipato.
Vari autori hanno ricostruito, nel numero 12-13 di PRISTEM/Storia, le vicende legate alla nascita dell'informatica in Italia e alla costruzione e acquisto dei primi calcolatori. Nel 1954-5 l'avvento del computer -come scrive Corrado Bonfanti- riguardava inizialmente una ristrettissimaa cerchia di specialisti mentre "l'opinione pubblica era coinvolta solo a livello emozionale: nasceva il mito del cervello elettronico".
Il n. 72 di “Lettera Matematica PRISTEM” riporta un passo estratto da un testo di Sandro Faedo in cui il matematico pisano racconta alcuni episodi di un suo viaggio negli USA, negli anni '60, per intensificare i rapporti di “collaborazione” con l'IBM. Il brano che qui riportiamo - sempre tratto dal testo scritto da Sandro Faedo – è invece un aneddoto sul rigore dei matematici e, in particolare, di Eugenio Bertini quale esaminatore (in un concorso universitario) di Beppo Levi.
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