Articoli

La Teoria delle Catastrofi viene alla luce negli anni 60’ ed è sostanzialmente associata al nome di René Thom. Tale teoria (accetteremo nel seguito tale appellativo senza ulteriori commenti), almeno nella versione cosiddetta "elementare", è riconosciuta dalla comunità dei matematici e catalogata nel Mathematics Subject Classification 2000 nella sezione 58Kxx, denominata "Teoria delle singolarità e teoria delle catastrofi".
L’articolo che proponiamo è la prima parte di Filosofi a tavola. I banchetti di Talete , Pitagora, il picnic di Rousseau, per Kant un solo lungo pasto al giorno per esaltare la convivialità di Giuliano Tessera, comparso su Eos n° 5, Rivista di storia delle scienze mediche, naturali e umane, cultura e costume. Ringraziamo il direttore della rivista e l’autore per averci concesso la pubblicazione.
In questi primi giorni di novembre è scomparsa la professoressa Cesarina Marchionna Tibiletti che, per numerosi anni, si è identificata con l'Algebra della sede milanese di Matematica.
L’attenzione del lettore che sfoglia sulla rivista Fundamenta Mathematicae del 1924 l’articolo [1] è certamente attratta alle pagine 260-261 da una sorprendente affermazione che suona all’incirca così: è possibile suddividere una sfera dell’usuale spazio a tre dimensioni in un numero finito di parti che, ricomposte opportunamente, vanno a formare due sfere uguali a quella di partenza.
Questo articolo è stato presentatio nel maggio 2001 al X Colloquio FUR ( Foundations of Utility and Risk theory) nella Facoltà di Economia dell'Università di Torino. Compare sul n. 41 di lettera matematica pristem.
Vailati non ha mai espresso un aperto consenso verso il latino sine flexione di Peano. Ha recensito in termini oggettivi il libro di Couturat e Leau sull'Histoire de la langue universelle e in alcune lettere ha manifestato curiosità e interesse verso la lingua internazionale; ma nulla di più. D'altra parte egli ritiene che il contributo fornito dalla logico matematica sia essenziale anche alla filosofia, perché permette di porre in termini nuovi il fondamentale problema della conoscenza.
È singolare che Peano e Vailati, alla fine della loro atività intellettuale, abbiano affrontato, l’uno, il problema dell’algebra della logica, l’altro quello della grammatica dell’algebra; due testi che appaiono simmetricamente divergenti. La quinta e ultima edizione del Formulario (1908), già annunciata come imminente da Vailati, ebbe invece una lunga gestazione, per le difficoltà incontrate nella costruzione di simboli capaci di rappresentare, oltre le idee di logica, anche i più importanti capitoli della matematica.
Cerca per argomento